La palestra, di proprietà comunale, si colloca in un “centro sportivo” che raccoglie più attività. Attualmente tale area è delimitata a nord da un piccolo campetto esterno da basket e dalla Scuola paritaria di Infanzia S. Vincenzo de’ Paoli, a ovest della palestra si trovano i campetti da tennis coperti su terreno della Parrocchia di S. Egidio ed un campo da calcio sempre di proprietà della Parrocchia.
L’intervento è stato di demolizione e ricostruzione della palestra gravemente danneggiata dal sisma del maggio 2012, mentre gli spogliatoio realizzati con un struttura più bassa divisa solo dal capannone della palestra dal giunto di dilatazione non hanno subito danni ed è stato recuperato eseguendo solo opere di manutenzione ordinaria.
Abbiamo intervistato il progettista dell’opera l’architetto Bruno De Pietri che si è avvalso della nostra consulenza per la parte strutturale.
Quali sono le dimensioni principali della palestra?
La palestra è stata ricostruita con dimensioni maggiori rispetto alla precedente: 22.40 x 33.00 in modo da permettere l’aggiunta di una tribuna da 90 posti, di una appendice destinata a servizi igienici per il pubblico e di un magazzino.
Perché è stato scelto il legno per la realizzazione della palestra?
La scelta del legno si è resa obbligata per diversi motivi: il primo il Comune e le società sportive di Cavezzo avevano urgenza di riutilizzare l’impianto per gli allenamenti ed il campionato e la struttura in legno permette una veloce realizzazione con tempi certi di montaggio. Il secondo il Centro sportivo è stato un punto di raccolta dopo il terremoto e la nuova Palestra doveva essere un fabbricato ad uso della Protezione Civile in caso di calamità naturali: è stato progettato e calcolato come edificio strategico. Terzo i costi di gestione dell’impianto dovevano essere minimi e quindi il fabbricato doveva essere realizzato in classe energetica A
La scelta del legno ha comportato dei “sacrifici” a livello architettonico? Ovvero è stato obbligato a modificare pesantemente l’idea iniziale?
Si è partiti fin da subito a progettare la palestra in legno, ma se fossimo partiti con altra tecnologia avremo dovuto fare solo piccoli adattamenti. Come progettista architettonico ritengo che con un lavoro di squadra ogni progetto possa essere facilmente adattato alla “tecnologia legno”.
Come è stata l’interazione tra progettazione architettonica e strutturale?
La progettazione architettonica, strutturale e impiantistica devono essere integrate, il buon coordinamento è visibile ad opera compiuta. A Cavezzo è stato tutto verificato più volte con continui aggiornamenti di particolari costruttivi che potevano modificare anche aspetti architettonici, tutto si è svolto con responsabilità e attenzione, nessun compromesso, la Palestra è un raro esempio di buona collaborazione tra discipline tecniche.
Qual è stata la reazione dell’amministrazione pubblica alla sua proposta di una struttura in legno?
L’amministrazione aveva già in mente di utilizzare il legno, perché dopo il terremoto molti edifici pubblici erano stati costruiti in legno e avevano apprezzato i vantaggi.
Sono presenti elementi di rinforzo in materiali diversi dal legno?
No, tutti gli elementi portanti fuori terra sono realizzati in legno: le uniche parti metalliche sono rappresentate dalle connessioni.
Come è ben noto agli addetti ai lavori il legno (sovrastrutture) ed il cemento armato (fondazioni) hanno tolleranze molto diverse tra loro. Come è stato curato questo aspetto?
Evidenziare che siccome Ergodomus si è occupata di tutte le fasi strutturali i disegni per il tracciamento delle fondazioni erano 100% coerenti con la parte fuori terra in legno. Ovvero si è eliminata la fase problematica di “passaggio informazioni”.
Quali sono state le problematiche incontrate in cantiere durante il montaggio della struttura in legno?
Il montaggio della struttura in legno non è particolarmente complicato purchè venga effettuato da una ditta specializzata in grado di leggere con attenzione i disegni di montaggio. Per il cantiere di Cavezzo non ci sono stati problemi di rilievo: sono stati utilizzati mezzi di sollevamento adeguati e personale altamente specializzato, attentissimo alle norme sulla sicurezza in cantiere per tutte le lavorazioni sia in quota sia a terra.
Uno dei vantaggi delle strutture in legno è l’elevato grado di prefabbricazione per la riduzione delle lavorazioni “on-site”. In quanti giorni hanno montato tutta la struttura?
Il montaggio è durato 3 settimane lavorative compresi tutti i fissaggi. La velocità di esecuzione è stata favorita da elaborati grafici molto chiari che illustravano in dettaglio ogni fase. Nulla deve essere improvvisato ed ogni elemento è arrivato in cantiere con le dimensioni indicate senza la necessità di aggiustamenti e/o correzioni in corso d’opera che avrebbero comportato rallentamenti. E’importantissimo eseguire disegni precisi chiari: la fase d’ingegnerizzazione deve essere perfetta e nulla lasciato al caso.
Ora che il cantiere è concluso come può definire questa esperienza?
Ad essere il Direttore lavori di un cantiere dove si utilizza il legno c’è molta soddisfazione, perché in pochi giorni si vede l’ossatura dell’opera e si lavora con ritmi veloci. La durata del cantiere della palestra è stata inferiore a 180 giorni, il poco tempo porta a decisioni rapide che si riescono a dare solo con un team affiatato: e qui tutto ha funzionato come il meccanismo di un orologio.
Può riassumere in poche parole questa esperienza?
lo sport e il legno superano i limiti.
Maggiori dettagli sulla nostra pagina Archilovers:
Chi è
L’arch. Bruno De Pietri nasce a Modena il 27/09/1968 diplomato al liceo Scientifico Wiligelmo si laurea presso la facoltà di Architettura di Firenze con il prof. Salvatore Di Pasquale con la tesi di un palazzetto dello sport nell’area Cà Marta a Sassuolo. Collabora subito con lo studio dell’architetto Pinelli di Sassuolo occupandosi di progettazione architettonica, restauro e conservazione fino al 2002. Nel 2001 si iscrive all’Ordine degli Architetti della provincia di Modena.Dal 2002 al 2007 insieme alla Coo.Pro.Con. Scarl di Pavullo n/F progetterà molte opere importanti in provincia di Modena e non solo, occupandosi di temi urbanistici di riqualificazione di aree industriali dismesse, scuole secondarie edilizia commerciale e Direzionale. Dal 2007al 2010 continua a collaborare per importanti studi di Sassuolo e dintorni. In seguito si occupa di social housing avviando un progetto di Autocostruzione associata e assistita nel Comune di San prospero, sviluppando e approfondendo temi e tecnologie costruttive innovative. Progetta insieme al Wwf il Parco Ferrari di Modena per l’istruttoria Pubblica del 2011. Sensibile a importanti temi di rigenerazione urbana elabora un piano strategico d’area vasta per il Distretto Ceramico di Sassuolo delineando le linee guida sulla nascita di una città metropolitana tra Sassuolo, Reggio Emilia e Modena, presentandolo al Cersaie e in altri importanti eventi. Nel 2012 dopo il tremendo terremoto nella bassa Modenese si mette subito a disposizione per i sopralluoghi speditivi e insieme ad una importante organizzazione no profit, Rock No War, realizza il Polo scolastico Rock No War di Medolla a consumo energetico quasi zero. Oggi è impegnato in vari progetti di opere pubbliche sia nell’area colpita dal terremoto sia in altre aree del territorio modenese affrontando temi di una certa importanza.
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