Nei precedenti articoli abbiamo appreso l’importanza della tenuta all’aria in un edificio ad alte prestazioni energetiche, e le metodologie con le quali questo parametro viene quantificato e limitato dalle norme (Tenuta all’aria – Parte 1. Impermeabilità all’aria, perché? , Tenuta all’aria – Parte 2. Il Blower Door Test). Oggi vi mostreremo alcuni dettagli costruttivi e indicazioni di base per poter progettare un edificio in legno…a prova di Blower Door Test!
Il primo passo nel progetto di un involucro, è sempre la scelta del materiale. Quali possiamo prendere in considerazione nella realizzazione di uno strato funzionale?
Elementi impermeabili all’aria possono essere, ad esempio, intonaco, teli e guaine (per nastrare tutte le giunzioni e le possibili discontinuità), nastri (di tenuta, espandenti, butilici), pannelli (cartongesso, OSB, fibrogesso, fibrocemento), legno multistrato (ma non sempre! Vedremo poi il perché), eccetera. Sul mercato si trovano continuamente nuovi materiali e soluzioni per garantire la tenuta all’aria degli edifici.
A titolo d’esempio, abbiamo deciso di darvi alcune indicazioni su come realizzare un perfetto strato di tenuta all’aria su un edificio in legno, mostrandovi alcuni particolari. I dettagli costruttivi di seguito rappresentati, sono tratti da “Legno…Costruire…Abitare… – La casa in legno fatta a regola d’arte”, di Franco Piva (per maggiori informazioni, ). Come avveniva nel primo articolo di questa serie , nei disegni sono presenti i due strati di tenuta, schematizzati con linee colorate.
In una parete a telaio, l’elemento a cui viene affidata la tenuta all’aria è normalmente il pannello OSB interno, che inoltre funge anche da controvento e freno vapore: di particolare importanza è quindi la sigillatura di tutte le giunzioni tra i pannelli tramite nastri adesivi.
Nei casi in cui il controventamento sia affidato a materiali non a tenuta all’aria, come ad esempio un tavolato a 45°, in luogo della nastratura sarà posto in opera un telo continuo, che funga anche da freno vapore.
Lungo la superficie della falda, al di sopra del tavolato, sarà posto un freno vapore (che svolgerà anche la funzione di impermeabilizzante); tale membrana dovrà essere eventualmente ripiegata per facilitare il collegamento con gli altri elementi costruttivi e mantenere, quindi, la continuità dello strato di tenuta. Il dettaglio costruttivo dei vari collegamenti sarà studiato di volta in volta. Ad esempio, nel caso del giunto tra pannello interno in OSB e membrana della copertura, per evitare che quest’ultima si interrompa sui correnti (nel giunto tra corrente e banchina), si opta per soluzioni come quella del tetto incassato: i travetti si interrompono contro la banchina, e la membrana viene portata al di sopra, incontrando una superficie liscia. Lungo l’aggetto della falda l’orditura secondaria sarà raddoppiata e sovrapposta, per poter creare lo sbalzo.
Il freno vapore non presenta discontinuità sulla sommità del colmo, proprio perché si tratta di un punto particolarmente soggetto ad infiltrazioni d’acqua. Inoltre, l’aria calda proveniente dall’interno tende a concentrarsi in quel punto, e a fuoriuscire attraverso le giunzioni.
Nel prossimo articolo continueremo a mostrarvi esempi applicativi, e parleremo di Xlam!
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Articolo redatto da Ergodomus in collaborazione con Ing. Bifulco Francesca – Master Universitario di II livello in “Costruzioni in Legno” a.a. 2015/2016 – Alma Mater Studiorum Università di Bologna