La corretta progettazione di un edificio a telaio comporta una serie di accorgimenti necessari al fine di garantire il soddisfacimento dei requisiti statici nel rispetto delle normative. In questo articolo analizzeremo un aspetto legato alla corretta progettazione del dettaglio di attacco a terra; nello specifico la connessione a trazione, chiamata hold-down (letteralmente tenere-giù).
Se nelle pareti in legno massiccio (CLT) la conformazione stessa dell’elemento strutturale non comporta particolari problematiche dal punto di vista dell’ancoraggio lato legno, nelle strutture a telaio vi sono alcuni aspetti che è necessario valutare sia in fase progettuale che in fase di montaggio.
Per motivi economici la sezione dei montanti all’interno di una parete a telaio viene ridotta al minimo, trascurando però spesso gli effetti collaterali. Nel caso seguente, ad esempio, abbiamo una struttura a telaio con montanti 60 mm x 120 mm controventata sui due lati da pannelli OSB spessore 15mm. Così come per le pareti massicce anche per le pareti a telaio va garantito l’equilibrio predisponendo due tipi di connessione con la fondazione: staffe a taglio e hold-down. Se per la connessione a taglio la presenza di un corrente inferiore non comporta particolari tipi di problemi*, la connessione a trazione necessita di qualche attenzione in più.
Ipotizzando di utilizzare una staffa hold-down in commercio di larghezza 6 cm e di fissarla alla parete mediante dei chiodi diametro 4.0mm, si nota subito come la distanza asse chiodo – bordo montante sia molto piccola. Nel caso specifico la distanza misura 10mm ovvero 2,5d, misura che non rispetta i limiti imposti dalla normativa per chiodi con o senza pre-foro.
Va precisato inoltre che il montatore, non vedendo il montante in legno che è posto all’interno della struttura della parete, difficilmente riuscirà a posare la staffa perfettamente in asse come da disegno. In aggiunta bisogna considerare che l’angolare, a causa dell’intersezione tra il tassello lato cemento e le barre d’armatura della fondazione, spesso deve essere spostato (di qualche mm o addirittura di qualche cm).
Dettò ciò, in questa configurazione, ipotizzando di avere hold-down e montante perfettamente in asse, vi è una riduzione della resistenza della connessione causata dal fatto che i chiodi più esterni sono troppo vicini al bordo del montante.
Una situazione analoga si avrà qualora l’hold-down venisse spostato di 20mm a causa di interferenze con le barre di armatura come mostrato di seguito: anche in questo caso vi sarà una considerevole riduzione della resistenza.
Si raccomanda pertanto di aumentare la sezione del montante da 60mm a 80mm così da garantire il rispetto delle distanze dal bordo per quanto riguarda i chiodi:
Attenzione: con un montante da 80mm si ha comunque una situazione delicata in quanto basta un solo millimetro per portare la distanza asse chiodo – bordo a meno di 5d corrispondenti a 20mm, si raccomanda pertanto di mantenere un certo margine inserendo montanti da 100mm in corrispondenza degli hold-down.
N.b.: L’ingrossamento dei soli montanti di estremità della parete non sempre mette al riparo dalle problematiche esposte sopra a causa dei possibili problemi che nascono dal fissaggio sulla fondazione in c.a. In casi estremi si potrebbe dover spostare l’hold-down sul montante vicino che si troverà verosimilmente a circa 60cm verso sinistra o verso destra. Questo corrisponde ad una riduzione del braccio di 60cm che potrebbe creare problemi di tipo statico (aumento della forza di trazione sul connettore).
Lo stesso discorso vale nel caso di utilizzo di hold-down con larghezza maggiore proposti recentemente da alcune aziende sul mercato e dotati di una notevole capacità portante.
*il corrente inferiore dovrà essere opportunamente dimensionato al fine di permettere il fissaggio degli angolari a taglio nel rispetto delle distanze dal bordo dei connettori